TESTO LATINO
Parte 4
II. Decrevit quondam senatus, ut L.
Opimius consul videret, ne quid res publica detrimenti caperet; nox nulla intercessit;
...
me esse clementem, cupio in tantis rei publicae periculis me non dissolutum videri, sed iam
me ipse inertiae nequitiaeque condemno.
Parte 5
Castra sunt in Italia contra populum Romanum in
Etruriae faucibus conlocata, crescit in dies singulos hostium numerus;
...
tam perditus, tam tui similis inveniri poterit, qui id non iure factum esse
fateatur.
Parte 6
Etenim quid est, Catilina, quod iam amplius expectes,
...
Teneris undique; luce sunt clariora nobis tua consilia omnia;
quae iam mecum licet recognoscas.
TESTO ITALIANO
Parte 4
Una volta il
Senato prescrisse che il Console L.Opimio provvedesse che non fosse portato alcun detrimento alla Repubblica;non trascorse
nemmeno una notte;C.Gracco venne ucciso per certi sospetti di sedizione;pur discendendo da illustre padre,avo,antenati,venne
ucciso insieme con i figli il consolare Fulvio.Di un simile senatoconsulto,sotto i consoli C.Mario e L.Valerio,fu gratificata
la Repubblica;e forse la pena di morte irrogata dalla Repubblica ritardò di un sol giorno nei confronti del tribuno della
plebe L.Saturnino e del pretore C.Servilio? Viceversa son già venti giorni che noi tolleriamo che stazionino truppe sotto l’
autorità di costoro.Eppure abbiamo un senatoconsulto di simile natura,scritto sulle tavole,ma come se fosse nascosto in un
fodero,in base al quale si dispone che tu,Catilina,venga ucciso immediatamente.Tu però vivi,e vivi non per deporre,ma per
confermare,il tuo ardire.Desidererei,o Padri coscritti,poter essere clemente,desidererei di non sembrare staccato dagli immensi
pericoli della Repubblica,ma già da me stesso mi accuso di inerzia e di inettitudine.
Parte 5
In
Italia sono stati posti accampamenti di armati contro la Repubblica,e precisamente alle soglie dell’Etruria;di giorno in giorno
aumenta il numero dei nemici;vediamo entro le mura, e perfino in Senato, il creatore di quegli accampamenti ed il capo di quei
nemici,che quotidianamente prepara interne rovine per la Repubblica.Comprendi,o Catilina,che se io dovessi ordinare che tu sia
ucciso,credo che dovrei preoccuparmi che tutti gli onesti dicano che ciò sia stato fatto da me seriamente piuttosto che
crudelmente.Tuttavia,ciò che era opportuno fosse fatto prima,non ancora sono sospinto a farlo in base ad una causa
certa.Nessuno potrebbe dire che uccidere allora,quando non si trovò un uomo talmente falso,talmente perduto,talmente simile a
te,fosse fatto illegalmente.Ma se ci sarà qualcuno che abbia il coraggio di difenderti,vivrai,e vivrai così come ora
vivi.Circondato dai miei numerosi e forti presidii,non potresti muovere contro la Repubblica.Gli occhi e le orecchie di molti
,a tua insaputa,come finora hanno fatto,osserveranno e ricorderanno.
Parte 6
Cosa d’altro ti aspetti,o
Catilina, se né la notte con le sue tenebre può nascondere le intraprese nefandezze,né una casa privata può racchiudere le
voci della tua congiura,se tutto viene alla luce,se tutto vien fuori? Cambia codesta tua mente,credimi,dimentica le stragi e
gli incendi.Sei smascherato sotto ogni aspetto;tutti i tuoi propositi ci sono più chiari della luce,il che è opportuno che tu
oramai riconosca con me.
Easy Latino
sabato 28 aprile 2012
CATILINARIE Libro 1 Parte 3
Testo Latino
An vero vir amplissumus, P. Scipio, pontifex maximus, Ti. Gracchum mediocriter labefactantem statum rei publicae privatus interfecit;
...
Catilina, vehemens et grave, non deest rei publicae consilium neque auctoritas huius ordinis; nos, nos, dico aperte, consules desumus.
Testo Italiano
Per vero,un uomo grandissimo,P.Scipione,pontefice massimo,come privato uccise Tiberio Gracco che stava indebolendo in mediocrità lo stato della Repubblica; noi Consoli tollereremo Catilina che desidera devastare tutta la terra con stragi ed incendi? Non parlo poi di episodi più antichi,cioè di C.Servilio Ahala il quale,con le proprie mani,uccise Sp.Melio che complottava nuovi eventi.Una volta c’era nella Repubblica questa virtù per cui uomini forti traessero a maggiori supplizi un cittadino pernicioso più che un potentissimo nemico esterno.Abbiamo,o Catilina,un senatoconsulto forte e grave contro di te;non mancano alla Repubblica il coraggio e l’autorità per questo ordine;noi,dico apertamente,noi Consoli abbiamo mancato.
An vero vir amplissumus, P. Scipio, pontifex maximus, Ti. Gracchum mediocriter labefactantem statum rei publicae privatus interfecit;
...
Catilina, vehemens et grave, non deest rei publicae consilium neque auctoritas huius ordinis; nos, nos, dico aperte, consules desumus.
Testo Italiano
Per vero,un uomo grandissimo,P.Scipione,pontefice massimo,come privato uccise Tiberio Gracco che stava indebolendo in mediocrità lo stato della Repubblica; noi Consoli tollereremo Catilina che desidera devastare tutta la terra con stragi ed incendi? Non parlo poi di episodi più antichi,cioè di C.Servilio Ahala il quale,con le proprie mani,uccise Sp.Melio che complottava nuovi eventi.Una volta c’era nella Repubblica questa virtù per cui uomini forti traessero a maggiori supplizi un cittadino pernicioso più che un potentissimo nemico esterno.Abbiamo,o Catilina,un senatoconsulto forte e grave contro di te;non mancano alla Repubblica il coraggio e l’autorità per questo ordine;noi,dico apertamente,noi Consoli abbiamo mancato.
CATILINARIE Libro 1 Parte 2
TESTO LATINO
O tempora, o mores! Senatus haec intellegit. Consul videt; hic tamen vivit ... quam tu in nos [omnes iam diu] machinaris.
TESTO ITALIANO
O tempi,o costumi! Il Senato comprende tutto ciò.Il Console vede,e tuttavia costui vive.Vive? Anzi,è venuto anche in Senato,diventa partecipe delle pubbliche decisioni,nota e,con gli occhi,designa ciascuno di noi alla strage.Noi, uomini forti,riteniamo di aver fatto abbastanza per la salvezza della Repubblica,se eviteremo la furia e le armi di costui.Era necessario,o Catilina,che tu fossi già da tempo condotto a morte per ordine del Console,e che contro di te fosse portata quella peste che tu ordisci quotidianamente contro noi tutti.
O tempora, o mores! Senatus haec intellegit. Consul videt; hic tamen vivit ... quam tu in nos [omnes iam diu] machinaris.
TESTO ITALIANO
O tempi,o costumi! Il Senato comprende tutto ciò.Il Console vede,e tuttavia costui vive.Vive? Anzi,è venuto anche in Senato,diventa partecipe delle pubbliche decisioni,nota e,con gli occhi,designa ciascuno di noi alla strage.Noi, uomini forti,riteniamo di aver fatto abbastanza per la salvezza della Repubblica,se eviteremo la furia e le armi di costui.Era necessario,o Catilina,che tu fossi già da tempo condotto a morte per ordine del Console,e che contro di te fosse portata quella peste che tu ordisci quotidianamente contro noi tutti.
mercoledì 25 aprile 2012
CATILINARIE Libro 1 Parte 1
Testo latino
Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? quam diu etiam furor iste tuus nos eludet? quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? Nihilne te nocturnum praesidium Palati, nihil urbis vigiliae, nihil timor populi, nihil concursus bonorum omnium, nihil hic munitissimus habendi senatus locus, nihil horum ora voltusque moverunt? Patere tua consilia non sentis, constrictam iam horum omnium scientia teneri coniurationem tuam non vides? Quid proxima, quid superiore nocte egeris, ubi fueris, quos convocaveris, quid consilii ceperis, quem nostrum ignorare arbitraris?
Testo Italiano
Fino a quando abuserai ancora della nostra pazienza,o Catilina? Per quanto tempo ancora codesto tuo furore ci befferà? A quale limite si spingerà la sfrenata tua audacia? Non ti dicono nulla il presidio notturno del Palatino,le scolte della città,il timore del popolo,il concorso di tutte le persone perbene,questa munitissima sede del Senato,le bocche ed i volti di questi? Non t’accorgi che i tuoi propositi sono noti,che la tua congiura viene pregiudicata dalla conoscenza che tutti questi ne hanno? Pensi forse che noi ignoriamo che cosa tu faccia nella prossima notte o in quella precedente,dove tu sia stato,chi tu abbia convocato,quali suggerimenti tu abbia raccolto?
Quo usque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? quam diu etiam furor iste tuus nos eludet? quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? Nihilne te nocturnum praesidium Palati, nihil urbis vigiliae, nihil timor populi, nihil concursus bonorum omnium, nihil hic munitissimus habendi senatus locus, nihil horum ora voltusque moverunt? Patere tua consilia non sentis, constrictam iam horum omnium scientia teneri coniurationem tuam non vides? Quid proxima, quid superiore nocte egeris, ubi fueris, quos convocaveris, quid consilii ceperis, quem nostrum ignorare arbitraris?
Testo Italiano
Fino a quando abuserai ancora della nostra pazienza,o Catilina? Per quanto tempo ancora codesto tuo furore ci befferà? A quale limite si spingerà la sfrenata tua audacia? Non ti dicono nulla il presidio notturno del Palatino,le scolte della città,il timore del popolo,il concorso di tutte le persone perbene,questa munitissima sede del Senato,le bocche ed i volti di questi? Non t’accorgi che i tuoi propositi sono noti,che la tua congiura viene pregiudicata dalla conoscenza che tutti questi ne hanno? Pensi forse che noi ignoriamo che cosa tu faccia nella prossima notte o in quella precedente,dove tu sia stato,chi tu abbia convocato,quali suggerimenti tu abbia raccolto?
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